Rusich

Rusich
L'Amara Storia di Sergio Rusich

martedì 16 febbraio 2010

La Dedica che rusic Scrisse hai ragazzi ....


lunedì 7 dicembre 2009

Pensiero Positivo - condividi-pensieri.blogspot.com

Il cambiamento deve avvenire all'interno

Quando parliamo di "pensiero positivo" e "pensare positivo" intendiamo sì con la mente, ma anche con il cuore.

L'"esterno", ciò che ci circonda non cambia mai, se prima non cambiamo le nostre sensazioni interiori.

E' per questo motivo che durante un periodo "storto" continuiamo a vedere avvenimenti "strani" e che non ci aiutano. E' solo quando dentro sentiamo un minimo di voglia di cambiare e di reagire, che vediamo anche qualche spiraglio.

Ciò vuol dire che ogni momento è buono per cambiare quello che ci circonda.
Il concetto è semplice e complicato nello stesso tempo.
Questo perchè a "sentire" e pensare che qualcosa vada storto siamo molto bravi.
Dobbiamo dunque scegliere di diventare bravi a vedere che qualcosa vada bene, anche se può sembrare un'illusione.

Però pensaci bene. Anche la tua paura,o il tuo sentire che vada male è un'illusione.

"credo che non ce la farò"

Questa affermazione, che ti fa stare "un po giù" è un'illusione. Hai proiettato la tua immagine ad una cosa negativa. Al 90% questa cosa non andrà a buon fine, e pensaci, lo hai stabilito tu.

Lo sforzo quindi, è quello di dire " faccio il possibile affinchè riesca"
oppure "mi succedono circostanze favorevoli affinchè il tutto vada per il meglio".

Può sembrare follia, ma lo sembra anche all'incontrario. La differenza sta nell'immagine che proietti di te nel tuo presente e di conseguenza futuro.

Ecco perchè si dice che il tuo "interno" crea la tua realtà.

Il cambiamento interiore, lo possiamo decidere noi come trasformarlo.

Vuoi essere più sicuro di te stesso? PUOI.
Vuoi sentirti più tranquillo? PUOI.
Vuoi che la tua vita abbia una sterzata in un determinato campo della tua vita? PUOI.

E' veramente sufficiente crederci.
In fondo quando pensi che vada male... CI CREDI. Quindi inizia a pensare che vada bene e CREDICI, è la stessa identica cosa. E' questione di allenamento mentale.

Io ci lavoro da tempo, ed è un tira e molla. A volte ci rido anche sopra poichè avvengono le cose più assurde. Mi accorgo che adesso è tempo di fare seriamente considerato che veramente TUTTO dipende da NOI STESSI.

Quando credi in te stesso, o in qualcosa fortemente, non si sa come, ma la ottieni.
Questo concetto, è applicabile in ogni campo della vita.
La mente a volte ci sovrasta, imnpariamo piuttosto ad essere noi a sovrastarla. Noi, con il cuore siamo capaci di comandarla, ottenendo quindi qualsiasi cosa noi chiediamo.

Solo smettendo di piangersi addosso, le cose effettivamente cambiano, dentro di noi prima, e fuori subito dopo.

Per quanto particolare come concetto, l'amore, è la madre di tutto quello che facciamo. Amore, determinazione,volontà, passione.

E le circostanze... diventano favorevoli.

Un abbraccio, Francesco.

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martedì 17 novembre 2009

Sergio Rusich: una storia nella storia

Quella mattina la Montagnola si svegliò coperta da una neve morbida e bianca sotto un cielo limpido senza traccia di nuvole. Il sole riverberava una luce abbagliante che dalle grandi finestre invadeva le aule e inebriava i ragazzi. I maestri si resero conto subito che tenerli in classe sarebbe stato impossibile, anche perché loro stessi si sentivano irresistibilmente attratti da quello che c’era fuori. Bastava che ognuno aprisse la porta-finestra che dava sul giardino e tutti sarebbero stati travolti in una dimensione di festa.

Il primo ad aprire la porta della sua aula fu il maestro Rusich. In cinque minuti nemmeno, il grande giardino che abbracciava tutta la scuola seguendola lungo il dipanarsi della sua articolata struttura, fu invaso dai bambini e dalle bambine.

Sulla neve intatta si staccarono i colori vivaci delle giacche e dei cappotti messi alla svelta sui grembiuli, delle sciarpe, dei berretti e dei guanti che si rivelarono indispensabili per fabbricare le palle di neve che volarono da ogni parte nelle innumerevoli battaglie che si scatenarono contemporaneamente sui diversi fronti. Maschi contro femmine, classi contro classi, lotte intestine nella stessa classe, capovolgimenti rapidi di alleanze, tradimenti improvvisi tra gli amici del cuore, vendette covate da tempo contro il maestro, rese di conti tra maestri, non mancarono neppure pallate di approccio nascente con qualche giovane collega a cui la neve donava molto. Le maestre preferirono una strategia meno selvaggia e incoraggiarono la crescita dei pupazzi di neve di tutti i tipi e di tutte le grandezze e fu così che la competizione si trasferì allora ad un livello pedagogicamente più alto. Luciano Gori schizzava di qua e di là e con la sua superotto riuscì a cogliere inquadrature memorabili. Ma l’eroe della giornata fu il maestro Rusich. Il suo possente fisico di atleta e la sua energia incontenibile trovarono nella neve l’occasione di esplodere e di contagiare tutti noi. Il suo capolavoro fu il grande fuoco che accese in mezzo al giardino e le salsicce che mandò a comprare con la complicità consapevole di una bidella. I ragazzi continuarono a cercare legna per tutta la mattina perché il fuoco non si spengesse e il maestro Rusich fu molto bravo a curare le braci spostandole via via di lato in modo da cuocere a fuoco lento le numerose salsicce infilate negli spiedi che aveva ricavato dai rametti di legno usando abilmente il coltello a serramanico che si portava sempre dietro.

Fece la sua comparsa anche un fiasco di vino e un pentolino che il maestro Rusich tirò fuori per preparare il “vin brulè” per i maestri e le maestre che ancora erano rimasti fuori.

Questo era Sergio Rusich. Sembrava che la scuola gli fosse sempre troppo stretta. Amava la natura e questo insegnava ai suoi ragazzi. Li potevi vedere spesso camminare a piedi fin verso le Cascine dove con la buona stagione preferiva fare lezione.

Aveva gli occhi di un azzurro così intenso che cambiava tonalità a seconda del colore del cielo e delle variazioni del suo umore, che spesso ti sorprendevano perché non ne capivi il motivo. A volte l’azzurro era chiaro come un cielo sereno illuminato dal sole, a volte era scuro e minaccioso come il mare in tempesta. Ho sempre pensato che dentro i suoi occhi ci fosse il mare di Pola, il mare della sua terra natia che lui, quando era in buona, spesso ci raccontava.

Potevi quasi sentire il vento che sbatteva la vela bianca della sua barca, vedere lo sforzo delle braccia sui remi della canoa, immaginare le sensazioni che dava l’acqua di quel mare nelle lunghe nuotate. E poi i boschi come lui li descriveva, più selvaggi dei nostri, i boschi che amava e dove era stato partigiano, i boschi che narrava neisuoi libri scritti per i ragazzi.

Antifascista e socialista Sergio ventenne aveva combattuto i fascisti e i nazisti, trovandosi spesso in forti difficoltà con i partigiani di Tito che volevano riprendersi l’Istria, come poi avvenne. Preso prigioniero dai tedeschi e deportato nel campo di Flossemburg riuscì a tornare a casa, ma dopo pochi anni la sua terra passò alla Juguslavia. Lui insieme alla sua cara Fanny si trasferì a Firenze e prese casa all’Isolotto. Fu tra i profughi istriani che tornarono in questo quartiere, di cui, insieme a noi, hanno fatto la storia. Sergio la storia l’ha fatta sempre dalla parte giusta: un vero socialista alla Sandro Pertini, iscritto alla CGIL Scuola, fu tra i fondatori di questo sindacato sessantottino che aveva scelto di mescolare gli insegnanti agli operai e di tenere insieme i socialisti con i comunisti e le sinistre varie. – Perché – lui diceva sempre – i comunisti italiani non sono come quelli di Tito, sono compagni veri. –

E compagni siamo stati davvero nella scuola e fuori della scuola. Insieme anche sul banco degli imputati per i fatti dell’Isolotto, processati per manifestazione non autorizzata e con un Pubblico Ministero donna che chiese l’assoluzione. – Quercioli, ma come è bella. – mi disse in un orecchio appena il giudice emanò la sentenza. Ci si chiamava sempre per cognome: il Rusich, il Quercioli, il Berni, lo Sbordoni, il Bruscaglioni, la Soldani, la Catizzone, la Iera, il Vezzani e così via. Allora usava così, il passaggio dal cognome al nome segnava un passaggio verso un rapporto più confidenziale, di amicizia più stretta.

Per nome ci siamo chiamati solo negli ultimi anni. Quella mattina nell’ottobre del sessantotto i genitori organizzarono lo sciopero dei ragazzi della scuola per protestare contro il Cardinale Florit che aveva rimosso Enzo Mazzi da parroco. Molti furono i maestri che andarono in corteo insieme agli alunni e ai genitori; una lunga camminata dalla chiesa dell’Isolotto fino all’Arcivescovado per finire sugli scalini del Duomo a leggere il catechismo della Comunità. Tra questi in prima fila si staccava la figura imponente del maestro Rusich. Nei nostri confronti il Provveditorato agli Studi fu spinto ad aprire una inchiesta amministrativa, che il Provveditore Marcello Tarchi, antifascista di lunga data, concluse senza prendere provvedimenti. Ci eravamo trovati sotto inchiesta anche qualche anno prima a causa di una iniziativa che insieme a Sergio prendemmo per celebrare con gli alunni la ricorrenza del 25 aprile, ma anche quella volta il Provveditore si limitò a raccomandarci maggiore prudenza. – Per noi la prudenza è fare quello che serve perché quel regime non torni più – Fu il suo commento rapido e coinciso.

Da allora passarono tanti anni prima che ci rivedessimo alla Casa del Popolo dell’Isolotto a conclusione del ciclo di incontri che Sergio Rusich aveva fatto con gli alunni delle scuole parlando del suo Diario dal Campo di Flossemburg che aveva scritto da poco con la prefazione di Ernesto Balducci che lo aveva pubblicato nella sua collana Edizioni della Pace. Un libro di straordinaria intensità che poi presentò anche ai ragazzi della scuola media di Montespertoli dove facevo il Direttore. Fu un incontro particolarmente commovente perché Sergio, già provato da un ictus che lo aveva colpito l’anno prima, aveva acquistato una sensibilità particolare nel rapporto con i ragazzi di cui avvertiva sempre di più il fascino, per quella sorta di affinità profonda che l’anziano sente man mano che diventa più fragile e che aumenta il suo amore per la vita e per la verità. I ragazzi sentirono questo e l’applauso finale fu caldo come un abbraccio. L’assemblea si sciolse e lo accompagnai verso l’aula dei ragazzi bielorussi che in quei giorni erano nostri ospiti. Scendendo le scale si appoggiò al mio braccio – Sai questa gamba non mi regge più bene – Fu questa sua fragilità, per me improvvisa, a confondermi, quasi aumentasse il contrasto con la sua figura ancora imponente che acquistava sempre più una bellezza straordinaria, come non aveva mai avuto neppure quando era più giovane. L’incontro con i ragazzi bielorussi e le loro insegnanti lo rivelò in una luce che ancora una volta mi sorprese. Raccontò con la voce incrinata dalla commozione il suo amore per la loro terra lontana da cui venivano quei soldati con la stella rossa sul berretto che entrarono nel Campo di Flossemburg a liberare lui ed i suoi compagni ridotti a scheletri. Aveva con sé un libro che narrava una storia di partigiani bielorussi, il percorso di una brigata partigiana che si portò dietro donne, vecchi e bambini; una lunga marcia attraverso boschi immensi, sfuggendo ai soldati nazisti. Quei ragazzi ascoltavano le parole di Sergio tradotte dalle insegnanti e sentivano per la prima volta quella storia che era la loro storia da un vecchio partigiano italiano. Il giorno dopo Sergio mi telefonò – Franco, compra due casse d’arance di limoni per mio conto, portale su e di’ loro che portino con sé il sole dell’Italia. –

E’ il sole che ci accompagnerà sempre, caro Sergio, il sole che ci hai lasciato.

giovedì 8 ottobre 2009

La compagnia del tempo

 

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Teatro Storico della Casa del Popolo di OSTERIA NUOVA
Via Roma, 448 - Bagno a Ripoli (Fi)

per informazioni: tel: 055/696437

website: www.vivitiaddosso.it
info-mail: info@vivitiaddosso.it
blog: La compagnia del Tempo
e-mail: lacompagniadeltempo@gmail.it
ingresso: tutte le tessere Arci
biglietto: 6 euro a persona

mercoledì 7 ottobre 2009

Oltre la notizia Giovani WEB Master crescono

Hai mai pensato di mettere a confronto nella stessa finestra più articoli di testate giornalistiche?  una trovata molto semplice ma molto utile per farsi un idea dell'informazione attuale. 
I risultati sono davvero interessanti. Visita:

http://www.oltrelanotizia.com/Oltre_la_Notiza/Home/Home.html

‘saggio è chi sa di non sapere’

il sito è in forte crescita e ti da anche la possibilità di ascoltare gratis la tua radio preferita gratis dal web

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venerdì 2 ottobre 2009

L'artigiano Multimediale - Stefano Terraglia

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www.steter.it

Frequenta il conservatorio di musica "Luigi Cherubini" di Firenze, studiando il pianoforte. Consegue il diploma di licenza di teoria e solfeggio musicale nel 1983. Suona come tastierista in diverse formazioni musicali, interpretando autori italiani del periodo 1960/70. Svolge attivitá di pianobar ed animazione dal 1988 al 1990. Nel 1992 fonda, insieme ad altri musicisti, il gruppo All Crack, su genere rock trash italiano e vi entra a far parte come tastierista. Insieme a questa formazione partecipa, nello stesso periodo, alla rassegna Garage Festival di Firenze (Teatro Tenda)e registra il demotape "Delitto a Villa America". Nel 1993 sostiene presso la S.I.A.E. l'esame di autore melodista trascrittore con esito positivo. Nello stesso anno lascia la formazione All Crack per formare il duo Tastiera Voce E.C.O., insieme alla cantante Stella Petrossi. Sempre nel 1993 produce e registra, presso lo studio Parsifal di Sesto F.no Firenze, il demotape "Senza Nome", (Cinque canzoni italiane scritte personalmente nella parte musicale e letteraria), trasmesso nello stesso anno da Radio Time di Scandicci, in un programma di Eva Edili, nel quale viene rilasciata anche un'intervista. Nel 1996 produce e registra, sempre presso lo studio Parsifal, il demotape "Tutto Tace" (Nove canzoni italiane scritte personalmente nella parte musicale e letteraria). Dal lato tecnico investe i propri guadagni nell'ampliamento della propria strumentazione, con l'acquisto di supporti di registrazione professionali multitraccia, (fostex R-8) ed apprende la metodologia d'uso della tecnica di registrazione multipista su supporti analogici con relativa masterizzazione nei primi formati digitali D.A.T. Dal 1998, con l'affermarsi della tecnologia digitale, investe le proprie risorse nella tecnologia Hard Recording ed apprende l'utilizzo di software di editing audio quali "Cool Edit", nelle sue piú recenti versioni e quindi le tecnologie di masterizzazione in diversi formati. Il primo giugno 2006 installa la sua Web Radio con palinsesto musicale Creative Commons in funzione 24 ore al giorno con programmi in diretta durante le ore serali, dove si improvvisa conduttore, musicista e DJ coinvolgendo gli ascoltatori all'interno delle trasmissioni.

giovedì 1 ottobre 2009

"Va In Scena Il Varietà!!!" - wALTER cHIARI - Ottobre 2009

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Presso CIRCOLO ARCI VILLAMAGNA "Camillo Protto"
via Villamagna 113, Villamagna (Bagno a Ripoli)
(10 minuti da Firenze sud)
per informazioni: tel: 055/696437

website: www.vivitiaddosso.it
info-mail: info@vivitiaddosso.it
blog: La compagnia del Tempo
e-mail: lacompagniadeltempo@gmail.it
ingresso: tutte le tessere Arci
biglietto: 6 euro a persona